martedì 25 agosto 2015

I LOVE NEW YORK








Mi sono innamorata di New York appena uscita dalla porta degli arrivi internazionali. Ci siamo - mi son detta - io e te Grande Mela. Con il profumo di muffin nelle narici mi dirigo all'uscita del Terminal 8 per incontrare i miei compagni di viaggio. L'impatto con centinaia di taxi gialli e gli accenti yankee mi stordisce; contrattiamo un big taxi che ci porta fuori da questo aeroporto immenso, verso il Queens. L'eccitazione della mia prima volta in America e la stanchezza di un volo lungo e non proprio tranquillo creano intorno a me un alone di stordimento. E poi, mi illumino. Eccola, THE CITY, con i suoi grattacieli lunghi e un Empire State Building che ci dà il benvenuto.
Il nostro ostello, che a detta di Dong potrebbero avere usato per girare Resident Evil, ha 4-5 piani senza ascensore, corridoi bui e dipinti con murales e stanze che non si chiudono a chiave. Poco male, ci serve giusto per chiudere gli occhi quelle poche ore che passeremo tra la movida newyorkese e la levataccia mattutina. Cambio d'abito e via in strada. Piccoli alimentari asiatici, palestre aperte di notte, deli e takeaway, ristoranti afghani, il palazzo a ferro da stiro (ma come, quello di Spiderman!), Union Square; camminiamo non so per quanto né dove fino ad arrivare a Times Square, dove il caos totale e le luci al neon ci abbagliano e con il frastuono in testa ci corichiamo in attesa di quella che sarà una lunga e intensa settimana Sveglia all'alba grazie alle finestre senza tende e le sirene dei vigili del fuoco. Di fronte all'ostello c'è una caffetteria dove provo per la prima volta un American Coffee e una mega brioche alle noci. E' domenica e splende il sole. Prendiamo la metro (usata pochissimo durante la vacanza) e mi accorgo che mi sono già persa: mi spiegano le direzioni Uptown e Downtown, ma le 17 linee su più livelli non mi facilitano la comprensione. Arriviamo nel quartiere
"popolare" di Harlem, sembra tranquillo, molti sono vestiti a festa e si preparano alla Messa. Partecipiamo anche noi in una delle molte chiese in zona, sono molto ospitali con noi, ma per questa volta niente Gospel.
Gironzoliamo tra palazzi di mattoni rossi, scale antincendio e campi da basket fino a raggiungere la vecchia linea abbandonata della sopraelevata, zona ora riqualificata a parco cittadino.


NEW YORK HIGHLIGHTS
  • L'ho vista per caso. Stavamo passeggiando su uno dei moli. Era un fresco tardo pomeriggio di fine novembre e tra una chiacchiera e l'altra mi sono bloccata: lì, tra isolette naturali e non, cantieri e gru, navi mercantili e barche da crociera, su uno sfondo azzurro-arancione spuntava piccola e fiera la Signora della Libertà. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella immagine a me così famigliare, nota e carica di significato. Ero a New York, da sola con i miei pensieri eppure in mezzo al mondo. Mi chiedevo cosa potesse significare per tutti coloro che arrivavano in America dopo una lungo viaggio in nave vedere quella Statua, e quali
    aspettative o paure potessero avere. Allo stesso modo migliaia di persone arrivano tutt'oggi a New York in cerca di qualcosa, che sia una vacanza o un sogno di gloria. Sorrido e vado avanti. Ciao Libertà, vengo a vederti domani da vicino. 




  • Questa città continua a stupirmi. Sono seduta sui gradini del Pier 17 a bocca aperta da dieci minuti. Il cielo è passato da un azzurro intenso ad arancione e si prepara a diventare del colore della notte. Ho notato ogni lucina accendersi e ho seguito ogni scia di barca. Lo skyline di New York, quello che si vede nei film, esiste davvero. E' come quando ho visto la Torre di Pisa per la prima volta (ho pensato " cavolo ma è storta davvero!"). Una coppia di sposi sorride al fotografo mentre io provo e riprovo a non fare foto mosse con la mia compatta. Fa freddo ormai ma siamo così attratti da questa vista che preferiamo rimanere raggomitolati sulle scale di cemento. 
















  • percorriamo per un tratto il Ponte di Brooklyn. C'è un vento pazzesco e fatichiamo a camminare ma c'è una bella vista da quassù....come al solito gli americani fanno jogging e portano a spasso il cane. Ancora una volta solchiamo uno dei simboli di New York, e realizzo solo ora che sono sul ponte delle cicche! Quelle lunghe e piatte che hanno accompagnato la mia adolescenza....mitico!

  • New York è già addobbata per le feste. Nell'aria si respira proprio un'aria da film e mi riprometto di tornarci nel mese di dicembre. Macy's ha le vetrine completamente decorate che quasi non si riescono a vedere dalla calca di gente con il naso appicciato. Tra l'altro Macy's è stata la mia prima esperienza sublime di centro commerciale a 7 piani con i negozi tutti aperti e comunicanti che si snodano lungo un intero isolato. Dopo il Black Friday, che cade l'ultima settimana di novembre, rimangono i saldi. Consiglio: portatevi una valigia vuota, non faticherete a riempirla... https://blackfriday.com/black-friday-2015
  • Tra elfi e babbi natali sonori facciamo un salto al Rockfeller center che con il suo albero è diventato il simbolo del Natale newyorkese; Chanel ha decorato un intero palazzo come se fosse un pacco regalo e la Fifth Avenue è uno scintillio infinito di luci.
  • l' EMPIRE STATE BUILDING. Da lontano mi sembra un ghiacciolone, quelli con la punta
    dritta però, non i classici. La sua cima giallo-rossa-arancione lo rende visibile da ogni angolo di New York, e tutto ti sembra facilmente raggiungibile...illusi!!! Cartina alla mano, ogni centimetro corrisponde a un isolato e vista la decisione di Antonio di non muoversi in metro perché "New York va vissuta" maciniamo chilometri su chilometri ma questo ci permette di scorgere gli angoli più suggestivi e sconosciuti. Con il New York city pass saliamo fino in cima all' 86esimo piano dal quale si gode di una vista pazzesca a 360°.
  • Visitare Central Park è un obbligo morale. A parte il sentirsi pigri e nullafacenti in confronto a tutti gli sportivi che ti girano intorno, è veramente un'area di pace e relax all'interno del caos cittadino. Una passeggiata, un hot dog, un giro in barca e una foto di rito a Strawberry Fields e il pomeriggio è passato...
  • Ultimo highlight - ma non meno importante per me - è stato il Financial District. L'ho girato con il naso all'insù per cercare di capire quale fosse il grattacielo più alto o quale avesse i vetri più splendenti. Avevo la tentazione di entrare alla Borsa di Wall Street e mettermi a urlare numeri a caso come fanno nei film - ma sembra non sia più possibile -.-


NOTTI BRAVE
  • Nella nostra settimana di maratone ci siamo concessi qualche piccolo svago chic, per così dire, spendendo la bellezza di $90 per due birre e due bicchieri di vino in un lussuoso Roof Top Club all'ultimo piano di un grattacielo tra Chelsea e Greenwich. Tra il corrispettivo italiano di "modelle e calciatori", business men e donne ingioiellate c'eravamo noi poveri turisti squattrinati con tanto di scarpe da ginnastica e zainetto. Ma per una vista mozzafiato così sarei entrata anche in accappatoio. 
  • Più accessibile ma altrettanto chic il Roof Top 230th 5th Avenue, $ 14 per un Mimosa e la punta del "ghiacciolone" Empire davanti al naso
  • Ci sono dei baracchini (di sicuro in Times Square e Brooklyn) dove è possibile acquistare i biglietti per i musical scontati. Ebbene non ci siamo fatti scappare l'occasione di mangiare un cono di popcorn mentre Spiderman si lanciava da sopra la nostra testa fino al palco. Divertente ed emozionante!
  • Per la serie "se vedi la fila fuori vuol dire che il posto merita", ID e $5 alla mano ci siamo messi in fila per entrare in un pub davvero strambo: un soffitto fatto di reggiseni penzolanti e due bariste stile cowgirl che ballavano musica country sul bancone insultando la gente con un megafono....stranezze a parte, la musica anni '60 ci fa ballare fino a tardi,e solo un taxi giallo può portarci all'ostello, a ben 20 minuti da qui.
  • Inutile dirlo, a New York puoi mangiare qualsiasi cosa a qualsiasi ora in qualsiasi ristorante. Nel nostro breve soggiorno abbiamo provato gli Hot Dog di Central Park, il famigerato hamburger più buono della città, l'immancabile riso alla cantonese in China Town, una cena dall'aspetto (e solo quello!) spagnolo, una megafetta di Oreo Cheesecake con thé alla cannella e ci siamo divisi i pranzi nel Food Court della Central Station.