sabato 10 giugno 2017

AUSCHWITZ E BIRKENAU: UNA VISITA STRAZIANTE

Sembra di vederli, corpi esili e malandati che si trascinano per inerzia, sguardi vuoti e mani fragili che reggono una ciotola di acqua sporca e radici. Sarà la loro cena, poi forse una preghiera a Dio, che possa mettere fine a tutto questo, forse anche alla loro vita. E invece no, domani è un altro giorno uguale a tutti gli altri, fatto di violenze e torture, di sofferenze e privazioni, di speranze perdute.
"Lasciate ogni speranza o voi che entrate" era scritto sulla porta dell'inferno. E qui, all'inferno ci si arrivava con il treno.

 L'immagine può contenere: cielo, pianta e spazio all'aperto


Era qualche anno che promettevo a mamma di portarla Cracovia, la cui visita al complesso di Auschwitz-Birkenau vale da sola il viaggio. E rimandavo perché sapevo che non sarebbe stato un viaggio di piacere, di risate e spensieratezza; forse bisogna essere pronti, o forse no, bisognerebbe solo andare e vedere con i propri occhi. Sono poche le parole che posso usare per descrivere la visita al più' noto campo di sterminio nazista di Birkenau: straziante, toccante, dolorosa, impressionante. Un enorme terreno desolato che sembra non avere confini, intervallato da recinzioni in filo spinato e pochissime baracche sopravvissute al rogo post-liberazione; due binari che corrono paralleli, ma che non vanno da nessuna parte e segnano l'inizio di un viaggio senza ritorno. 
C'è molta gente, scolaresche e gruppi organizzati, eppure ci si sente soli, abbandonati e afflitti da una storia senza giustizia, una storia che non ha insegnato niente e che si ripete. Si puo' camminare liberamente per il campo fino a raggiungere le rovine delle camere a gas e dei forni crematori.

Non meno toccante è la visita del campo principale di Auschwitz, distante una paio di chilometri e raggiungibile con una navetta gratuita (da aprile a ottobre). Si entra dal tristemente celebre cancello e si segue un percorso che si snoda all'interno delle baracche, al cui interno si trovano fotografie, documenti, oggetti personali e la raccapricciante raccolta di capelli e scarpe. Si passa poi al muro della morte, dove venivano fucilati i prigionieri mentre i più' sfortunati finivano torturati nelle celle di isolamento (qui i passaggi sono stretti e manca l'aria, per cui siate pronti a rinunciare se soffrite di claustrofobia). La visita termine con la terrificante visita all'interno di una camera a gas e di un forno crematorio. E dopo questa, avrete bisogno di vodka, tanta vodka. 




























CRACOVIA: TIP FOR TRIP

Lo ammetto: le città dell'est Europa non sono mai state la mia priorità;infatti, all'atmosfera decadente della Belle Epoque ho sempre preferito le sfavillanti e moderne capitali, vibranti di energia positiva e futuristica. Tuttavia sono stata piacevolmente colpita dalla breve visita di Cracovia e la consiglio per un weekend all'insegna del buon cibo e della straziante ma inevitabile storia recente, che non vi metterà certo di buonumore (per questo esiste la vodka del bisonte) ma vi farà riflettere, eccome se vi farà riflettere.
Arrivarci è davvero semplice con la cara e vecchia Ryanair che in men che non si dica vi porta a circa un'ora di bus dal centro città. Qui, abbiamo prenotato un appartamento su Booking.com per un prezzo wow (€ 40 a notte due camere, bagno e cucina a 5 minuti a piedi dal centro).
Il centro storico è pedonale: i più' romantici potranno approfittare di un giro in carrozza per le vie medievali, mentre quelli che come me non sopportano lo sfruttamento dei cavalli nelle città e si fanno paladini di un turismo green e sostenibile useranno le proprie gambette per andare alla scoperta di scorci storici. La leggenda narra che la città fu fondata grazie alla sconfitta di un drago e l'atmosfera mitica aleggia ancora oggi tra le sue strade medievali, dove tra mura e antichi palazzi gli eleganti caffé ottocenteschi si alternano a locali e pub frequentati da universitari che le danno un aspetto più' vivace e giovane.
Per visitare la città ci siamo affidati all'organizzatissima ed efficiente associazione https://freewalkingtour.com/ con delle guide (anche in italiano) davvero super: sono studenti che si mettono al servizio del turista per promuovere la città e guadagnare qualche soldo con le mance. Il tour del centro storico dura due ore e mezza e Paolo, la nostra guida, ci ha illustrato in maniera eccellente i vari aspetti della storia, dell'economia, dell'arte e della realtà moderna tanto che nel pomeriggio abbiamo deciso di seguire anche il tour della "Cracovia Ebraica" che si snoda per le vie del quartiere Kazimierz, passando per il ghetto, le sinagoghe fino alla fabbrica di Schindler. Vi consiglio vivamente di affidarvi a questi ragazzi preparati e innamorati della loro città per entrare nel vivo della storia e della cultura di Cracovia. 

COSA VEDERE IN CITTA'

Ecco le principali attrattive della città. Consiglio vivamente di affidarsi a una brava guida che vi accompagni in un tour storico per gli angoli più' nascosti della città.


  • Castello reale del Wawel. Situato sulla collina che domina la città questo complesso di palazzi storici ospita le camere di Stato, gli appartamenti reali privati e la cattedrale. Si paga solo l'accesso ai palazzi. 
  • Basilica di Santa Maria. La chiesa principale della città non poteva avere un aspetto diverso: maestosa, imponente e con quel tocco di gotico che sta tanto bene a Cracovia, aleggiano intorno ad essa leggende su leggende e lo squillo di tromba suonato ad ogni ora dalla torre più' alta incanta la piazza che sembra fermarsi per un minuto e tornare indietro nel tempo.
  • Fabbrica di Schindler. Si arriva con una lunga passeggiata dal centro storico o con un comodo tram. All'interno della fabbrica il cui proprietario salvò migliaia di ebrei durante il regime nazista sorge un museo interattivo. 
  • Collegium Maius. Per mancanza di tempo purtroppo non abbiamo potuto visitare all'interno l'edificio universitario piu' antico della Polonia, frequentato da un certo Niccolò Copernico, i cui strumenti di ricerca sono esposti nelle sale storiche. Mi mangio le mani anche per non aver visto il "mappamondo jagellonico" del 1510, ovvero il piu' antico che riporti anche il continente americano.