Se come me vi create delle aspettative sulle città ma poi capita a volte di rimanerne delusi visitate Valencia senza informarvi troppo sulle cose da fare e vedrete che vi stupirà!
Il Capoluogo della Comunitat Valenciana è infatti una chicca in bilico tra il suo importante passato storico e un'architettura modernista, una città relativamente piccola e facile da girare a piedi dove lo slow food e il buon vivere fanno da padroni.
Grazie ai collegamenti aerei low-cost si raggiunge in meno di due ore dall'Italia e una comodissima linea metropolitana (la 3 e la 5- ticket solo andata € 4,40) vi porterà in men che non si dica in centro città. Potete già acquistare le tessere per 24, 48 o 72 ore valide su metropolitana, tram e autobus ma a mio avviso le opzioni migliori per girare sono due: la bicicletta (trovate molti punti noleggio ma attenzione agli orari in quanto non aprono prima delle 10.00/11.00 e spesso la domenica sono chiusi) e i vostri fedeli piedini armati di scarpe comode.
E allora partiamo, vi porto a Valencia in una soleggiata e frizzante domenica primaverile....
Lo so, è domenica mattina e ieri avete fatto tardi in qualche bel localino in zona Plaza del Ayutamiento ma fate uno sforzo e guardate che splendida giornata vi aspetta. Fate una doccia veloce e lasciate il vostro alloggio (io ho scelto Happy Apartments tramite Booking.com e lo consiglio per la vicinanza al centro, l'ottimo rapporto qualità-prezzo e la pulizia) e immergetevi nelle stradine deserte senza fretta. Sono solo le 9.00 e in giro non c'è ancora nessuno, a parte qualche gattino raggomitolato su se stesso che si gode i primi raggi di sole. Ora avete tutto il tempo necessario per fotografare i balconi fioriti, i vicoli stretti e tortuosi, i portoni in ferro battuto e i murales che di tanto in tanto spuntano accanto ad eleganti palazzi signorili. Passando per botteghe vintage e "tasche" (minuscole taverne senza fronzoli dove bere un buon bicchiere di vino spiluccando gustose tapas) con le serrande abbassate arrivate alla Torre di Serranos e...sorpresa! Quello che visiterete oggi è tutto gratuito per concludere in bellezza il nostro weekend all'insegna del low-cost.
La torres di Serranos fu costruita tra il 1392 e il 1398 con lo scopo di controllare gli accessi al regno, una volta circondato da mura. Oggi, l'imponente struttura è ancora ben conservata e offre una bellissima visuale sulla città. Una volta scesa la scalinata medievale fermatevi in un bar nella piazzetta adiacente per un buon café con leche (o una cioccolata con churros se avete bisogno di molta energia!) prima di continuare a passeggiare per le tortuose stradine che vi porteranno al Centro
Arqueologico de la Almoina, luogo dove i Romani fondarono la città nel I° secolo a.C..
Sempre in zona, e se riuscite a trovarli visto che a fatica le cartine riescono a riprodurre l'esatta topografia della città e non ci sono cartelli che li indicano, ci sono i Banos del Amirante, caratterizzati da un bel portone in stile arabo: si tratta di bagni pubblici del 1300 fatti costruire su immagine degli hammam arabi e dispongono quindi di tre stanze, il frigidarium, il calidarium e il tepidarium.
Un'altra bella sorpresa gratuita nei giorni festivi è il Museo de la Ciudad, un edificio signorile che ospita capolavori pittorici di maestri locali.
La bella Plaza de la Virgen sorge sull'antico foro romano dove al centro vi è collocata una fontana con le figure rappresentanti il fiume Turia e i canali di irrigazione.
Da un lato è chiusa dalla Real Basilica de Nuestra Senora de los Desamparados , che ospita la statua della patrona della città, e dall'imponente Cattedrale che nei secoli ha subito gli influssi delle varie
dominazioni. Quello che vedete qui è l'ingresso secondario, molto meno affollato del principale sito in Plaza de la Reina. Ricordate che la domenica potete assistere alla funzione religiosa e intanto sbirciare i capolavori di arte sacra e la particolare architettura, mentre nei giorni feriali l'ingresso costa € 5!
La città ormai è in piena attività domenicale e potete continuare la vostra passeggiate sorseggiando un'orchata, una bevanda apprezzatissima dai Valenciani a base di acqua, zucchero e il latte vegetale di un tubercolo della zona da bere fredda o sottoforma di granita che può essere usata anche per immergervi i Fartons, dolci soffici con glassa di zucchero per una colazione iper calorica!
Un altro edificio degno di nota è il Palacio del Marques de dos Aguas, sicuramente uno dei più caratteristici ed estrosi palazzi signorili della città.
La domenica il centro di Valencia assume una vitalità tale che l'atmosfera di festa è percepile in ogni angolo: donne in colorati abiti tipici, bambini in bicicletta, i tavolini dei bar sempre pieni, insomma sembra proprio che la domenica tutti si riposino!
Noi abbiamo anche assistito a un gruppo di danza improvvisato che ha coinvolto i visitatori in balli rock anni'50.
Nelle vicinanze non dovete assolutamente perdervi la Lonja della Seda: superato il vivace mercatino dell'antiquariato troverete un
imponente edificio simbolo del gotico valenciano e non a caso dichiarato Patrimonio dell' Unesco. Dal bel giardino ombroso con piante di agrumi si accede alla Sala de Contratacion dove 24 colonne elicoidali e lampade in ferro battuto creano un atmosfera quasi surreale.
Il Mercado Central è chiuso la domenica ma vale di certo una visita nei giorni infrasettimanali per
una pausa golosa all'insegna del cibo tipico valenciano. Su una superficie di 8.160mq prendono piede banchi di pesce fresco, carne, verdure e molti altri prodotti della terra. Degna di nota è l'architettura modernista in ferro e vetro-ceramica.
L'ultima tappa della mattina prima di concedersi un pranzetto sfizioso è la Torres de Quart: per accedervi dovrete attraversare la zona meno frequentata - ma non meno caratteristica- della Ciudad Vella. La torre fu costruita nel '400 sul modello del Maschio Angiono di Napoli e fungeva da ingresso in città e prigione. Ora, dall'alto delle sue torri, si gode di un bel panorama sui palazzi e sui giardini.
venerdì 8 aprile 2016
LE TRISTI CROCI BIANCHE DI OMAHA BEACH
Osservo questa distesa infinita di croci bianche senza parlare. Sono migliaia, allineate in una perfezione quasi maniacale e sembrano perdersi nel verde brillante dei prati all'inglese senza un filo d'erba fuori posto. Tutto tace, le placide acque del canale della manica lambiscono le spiagge sabbiose senza troppe onde. In riva, famiglie felici si godono uno splendido sole novembrino.
Non me l'aspettavo...voglio dire, tutta questa quiete, questo senso di pace su un terreno che fu tetro protagonista di una pagina di storia importante. Passeggio tra una parte delle 9387 croci e vedo molti reduci che omaggiano i loro compagni caduti in quella terribile data, D-day l'hanno chiamato, ed era l'alba del 6 giugno 1944 quando 7000 unità e decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi
sbarcarono sulle coste normanne per iniziare la liberazione dell’Europa
dalla Germania nazista.
E' come se gli scenari di morte dei filmati originali dell'epoca visti in questi giorni nei vari musei della Normandia non fossero gli stessi che sto ripercorrendo ora, eppure se chiudo gli occhi posso quasi immaginare una distesa di giovani accasciati e insaguinati, esplosioni, colpi di arma da fuoco, urla, terrore...gli americani che cercano di risalire dalla spiaggia arrampicandosi tra i rovi in una tempesta di acciaio e fuoco, alcuni compagni non raggiungono neanche la spiaggia e vengono trivellati da mitragliatrici e mortai. Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno: ci sono ancora resti di torrette tedesche anche se nei giorni successivi allo sbarco cercarono di distruggere qualsiasi opzione di nascondiglio nemico.
Il sole sta per tramontare e noi ci dobbiamo rimettere in marcia. Dò un ultimo sguardo a questa spiaggia meravigliosa e tutto apparentemente tace, ma posso ancora sentire le urla dei fantasmi che vagheranno per sempre in questi tristi luoghi.
COSA VEDERE:
Le spiagge dello sbarco si estendono per decine e decine di chilometri a nord della Francia e sono Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword; tutta la zona è ancora molto ricca di testimonianze e solo girando in auto per le campagne si possono vedere bunker, resti di carri armato e batterie. Abbiamo visitato la regione prima di attraversare Bretagna e Loira.
Non avendo molto tempo a disposizione abbiamo optato per
Longues-sur-mer, dove è ancora intata e visitabile la batteria tedesca;
il Musee de debarquement di Arromanches, un'interessantissima
esposizione di plastici e audiovisivi, costruita proprio davanti al
porto artificiale degli alleati; il grande museo di Caen che ripercorre
in maniera talvolta anche cruda gli avvenimenti più significativi della
guerra; il cimitero di Colleville-sur-Mer, che custodisce le
spoglie dei soldati americani caduti nella battaglia di Normandia e
sorge su una scogliera sovrastante Omaha Beach; il promotorio di Pointe du Hoc a picco sul mare, fu
scelto dai Tedeschi per edificare una potente batteria d’artiglieria
capace di spazzare un largo settore della costa, tra Utah Beach ad
ovest, Omaha Beach ad est.
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