venerdì 3 giugno 2016

GUINNESS E BUONA MUSICA NEI MIGLIORI PUB DI GALWAY

Galway è una vivace cittadina universitaria dove ho avuto la fortuna di vivere per qualche mese. Mi porto nel cuore le immagini di un centro storico sempre affollatissimo, con i suoi negozietti tipici, il molo e le banchine, i verdissimi prati di Claddagh con le casette colorate che contrastano con le nuvole cariche di pioggia che vengono  spazzate via dal vento in men che non si dica per lasciare spazio a un cielo azzurro che più azzurro non si può.
La vita scorre tranquilla qui, tra ristorantini che servono ostriche e tanti, tantissimi, innumerevoli pub (si dice che nella contea ce ne siano ben 300).
La concenzione del pub per un irlandese è molto diversa dalla nostra: è un punto di incontro tra persone di ogni età, una pausa relax a metà mattina, una birra ghiacciata dopo una lunga giornata di lavoro, della buona musica per tirare tardi. Mi piace immaginare che l'irlandese stia al pub come l'Italiano sta al caffé espresso: da soli o in compagnia, rappresenta comunque un momento per staccare la spina.
E allora ecco la lista dei miei preferiti e....Slainte a tutti!

  1. ROISIN DUBH. Non potevo non metterlo al primo posto. All'esterno una rosa nera vi accompagna all'ingresso di questo locale su due piani diventano un must per gli amanti della musica dal vivo di un certo calibro. Aperto 7/7 fino alle 2 di notte è un'ottima alternativa ai clubs (discoteche) e la terrazza fumatori vi permetterà di fare tantissime nuove amicizie con gente del posto e stranieri. Si trova in Dominick Street.
  2. QUAYS. Situato nel pieno centro storico è il pub più scenografico della città in quanto è situato du due livelli e l'interno ricorda una nave, con tanto di arredamento piratesco, con salette dove bere una pinta in tranquillità e balaustre per assistere alle sessioni di musica live. Ci sono ben tre bar e una saletta riservata a chi vuole mangiare (specialità della casa sono le ostriche). Si trova in Quay Street.
  3. KING'S HEAD. Anche questo di grandi dimensioni e disposto su vari livelli, è situato all'interno di un antico palazzo medievale; vi stupirà per le salette con i camini e l'arredamento d'epoca rivistato in chiave moderna. Sul palco si esibiscono ogni sera band musicali che fanno scatenare una clientela prevalentemente giovanile e straniera durante l'anno accademico, mentre in estate è preso d'assalto dai turisti ma vale la pena almeno berci una pinta. Si trova nella via principale della città, High Street.
  4.  TIGHNEACHTAINS. Non ho frequentato moltissimo questo pub perché sempre stracolmo di gente ma la sua atmosfera è quasi fiabesca: suddiviso in piccole salette tappezzate di locandine e poster di eventi degli anni passati, lo si riconosce facilmente per le sue pareti esterne gialle e blu che lo rendono il pub più bohemien della città. All'esterno ci sono numerosi tavolini. Si trova nel centro storico, a Cross Street.
  5.  TIG COILI.
    Lo storico pub situato in pieno centro e riconoscibile dalla facciata rossa è celebre per l'atmosfera amichevole e la musica tradizionale celtica suonata spesso dagli stessi proprietari. Frequentato maggiormente da senior è comunque un'occasione d'oro per ascoltare i racconti di vecchi marinai, magari in lingua gaelica....
  6.  THE FRONT DOOR. E' un locale molto grande che si differenzia dai tradizionali pub in quanto si balla anche musica revival e dance moderna ed è aperto fino alle 2 di notte. La cucina è aperta fino alle 21.00 ed è possibile sedersi ai tavoli che danno sull'affollatissima High Street. La clientela è piuttosto giovane.
  7.  MONROE'S. Leggermente defilato dal centro storico ma comunque raggiungibile a piedi si trova all'angolo di Dominick Street e può essere un pre-serata per poi spostarsi al vicino Roisin Dubh. Ogni martedì potrete cimentarvi nelle danze tradizionali irlandesi o limitarvi a seguire estasiati i ballerini battendo le mani a ritmo di musica.
  8.  MURPHY'S. Situato in High Street è un piccolo pub dove sorseggiare tranquilli una Guinness in un'atmosfera rilassata e amichevole.
  9.  BIERHAUS. E' un locale di stampo internazionale con una vasta selezione di birre, sidro e liquori che ospita spesso content di musica contemporanea.
  10.  CRANE BAR. Questo piccolo pub è una chicca imperdibile per gli amanti della musica tradizionale irlandese: i suonatori di violino, banjo, flauto e strumenti a percussione vi lasceranno di sicuro estasiati.
  11.  DE BURGOS. Questo locale fuori dal centro e poco frequentato dai turisti sorge all'interno di una ex cantina che rende l'acustica molto particolare. La location è piuttosto romantica e adatta ad una serata tranquilla.
  12.  MASSIMO. Più che un pub è un  lounge bar più simile allo standard italiano. In ogni caso potete venire a prendere un buon cocktail, l'atmosfera è giovane e moderna.
  13.  COLLEGE BAR AT NUIG. E' il locale all'interno del campus universitario dove si svolgono feste a tema in occasioni degli eventi più importanti dell'anno. La clientela è giovanissima ma è l'ideale per chi vuole fare amicizia.
  14.  SALLY LONG. Se siete amanti del rock e del metal adorerete questo posto. Il murales all'esterno è un ottimo biglietto da visita e la pinta di Murphy's a € 2,50 è imperdibile.
  15.  THE SKEFF. L'elegante e finemente decorato pub di Eyre Square fa parte del complesso dello Skeffington Hotel & Restaurant. Il locale può ospitare fino a 1500 persone ed è quindi l'ideale per una serata in compagnia o in gruppo. Se andate il venerdì o il sabato incontrerete di sicuro qualche Hen Party (fare l'addio al nubilato in maniera molto vistosa ed eccentrica va molto di moda in Irlanda), non perdete occasione di fare una foto con la sposa o di partecipare ai loro scherzi!
  16.  THE SPANISH ARCH. Prende il nome dal celebre monumento sito nelle vicinanze. L'esterno è in pietra mentre l'interno è abbastanza elegante e sobrio. Il locale è celebre per le sessioni di musica tradizionale rivisitata in chiave moderna suonata da giovani e entusiasti musicisti. 

Ovviamente questi sono solo i miei preferiti ma ce ne sono moltissimi altri che sapranno soddisfare le esigenze più varie. L'unica cosa è che prima bisogna provarli tutti.
SLAINTE!

venerdì 6 maggio 2016

MAGIA E ADRENALINA AGLI UNIVERSAL STUDIOS DI HOLLYWOOD

Ebbene lo ammetto: a 30 anni e in ogni viaggio che si rispetti devo includere almeno un giornata in un parco divertimenti. Nella vita frenetica di tutti i giorni ho così poche occasioni di svago che in questi posti mi trasformo, mi libero dallo stress accumulato in mesi di duro lavoro e sono invasa da una frizzante aurea di felicità. L'adrenalina scatenata da una montagna russa o da un vortice impazzito all'interno di una proiezione 5D mi danno una botta di energia che mi dà la carica che dura  ben oltre il mio ritorno. Attori in costume, fedeli riproduzioni cinematografiche, enormi e colorati

negozi di caramelle, giostre e attrazioni ti catapultano in un'altra dimensione e per un giorno tutto è concesso, anche indossare un cappello di Minnie o comprare un lecca-lecca a forma di mela di Biancaneve...
Quando ero piccola non potevamo permetterci grandi viaggi ma i miei genitori ci portavano tutti gli anni a Gardaland, poi tutti i miei coetanei sono"cresciuti" e io sono rimasta fissa con l'idea che un giorno avrei voluto vedere il vero west, non quello di cartongesso, al punto che nel 2014 io e il mio neo-marito siamo partiti per un viaggio On the road negli USA. E la nostra prima tappa sono stati - ovviamente - gli Universal Studios di Los Angeles.

Raggiungerli è abbastanza semplice, tuttavia il parcheggio è un po' costoso (da $18 a $35 a seconda della vicinanza all'ingresso); inoltre noi siamo stati il 1 novembre e il parco si preparava ad accogliere migliaia di visitatori per la grande festa Halloween Horror Night, e quando siamo usciti c'erano chilometri di code...
Da Hollywood Boulevard si prende la linea rossa della metropolitana e in men che non si dice si arriva ai piedi di una collina, dove ogni 10-15 minuti parte uno shuttle bus gratuito che porta direttamente all'ingresso del parco.
Il prezzo di ingresso è salato: costa $95 se comprato online, circa $115 se comprato in biglietteria, ma noi avendo risparmiato sugli alloggi e accontentandoci di mangiare street food ci permettiamo questa piccola follia.
L'ambientazione - inutile dirlo - è in pieno stile hollywoodiano, tutto rimanda al mondo del cinema, c'è ancora poca gente e possiamo iniziare a goderci le prime attrazioni.

- SHREK 4D. Da grande fan di Ciuchino trascino Dario all'interno di questo castello magico che anticipa quello che ci aspetta. Lo spettacolo è una proiezione in 4D molto divertente con sedili mobili, spruzzi di acqua, vento e altri effetti speciali che fanno sembrare di essere davvero nel mondo delle fiabe.
- IL CASTELLO DI HARRY POTTER  era ancora in costruzione ma mi sono ripromessa di tornarci per scoprire tutti i segreti di Hogwarts!
-  THE SIMPSONS RIDE. Avete presente Krustyland, il parco divertimenti dedicato all'ambiguo clown del cartone animato I Simpsons? Ecco, esiste davvero e si trova qui! A bordo di una navicella si viene proiettati prima a Springfield e poi nello spazio, evitando asteroidi e cercando di portare a termine la missione. Sarete sorpresi quando scoprirete che è tutta finzione e fa parte di un incredibile e ultratecnoclogico effetto ottico. Non potevano certo mancare - una volta usciti - il negozio di ciambelle e la birreria Duff. 
- UNIVERSAL PLAZA - nella piazza principale del Parco si incontrano ad orari prestabiliti vari personaggi appartenente alla storia della Universal: da Marilyn Monroe ai Minions, da Harry Potter a Scooby Doo non perdete occasione di farvi fare una foto con i vostri idoli.
- SPECIAL EFFECTS SHOW -  in questo teatro potrete scoprire i trucchi del mestiere e gli effetti speciali usati nei film.
- TRANSFORMERS 3D- THE RIDE.  Ammetto di non essere una patita del genere ma già che c'ero non potevo perderlo, e che errore se l'avessi evitato! Si tratta di un'attrazione interattiva in 3D a 360°  a bordo di una sorte di macchina del futuro in movimento: la scena si svolge completamente intorno allo spettatore che per qualche minuto perde la percezione del reale e si trova coinvolto anima e corpo in scene di combattimento tra robot. Senza dubbio, una delle mie attrazioni preferite di sempre...
- REVENGE OF THE MUMMY - THE RIDE.  Un'emozionante montagna russa al chiuso che ti catapulta nei luoghi più segreti delle antiche tombe egizie. Oltre agli incredbili ed estremamente realistici effetti speciali, saranno le svolte improvvise e la fuga a marcia indietro a lasciarti con il cuore in gola.
- JURASSIC PARK - THE RIDE è l'unica attrazione acquatica degli Studios. Solo che il cartello con scritto "attenzione in questa attrazione ci si bagna" dovrebbe essere sostituito con "attenzione, uscirete da qui bagnati fradici come se vi foste buttati in mare vestiti". A bordo di una barca che
naviga nel buio ci si lancia letteralmente giù per una cascata fino a finire in mezzo ad una giungla di dinosauri, ovviamente super realistici. Il divertimento è assicurato.
- DESPICABLE ME MINION MAYHEM.  Per tutti coloro che dubitano
della reale esistenza dei Minions... dopo un adrenalinico tour in 3D nella loro casa pazza li potrete incontrare e spupazzare, ma attenzione, il cattivissimo Gru è in agguato e non apprezzerà le vostre manifestazioni di affetto!
- WATERWORLD è un incredibile spettacolo sull'acqua dove viene riprodotto un set cinematografico con stuntmen acrobati, esplosioni, inondazioni e incidenti aerei... da vedere assolutamente. 
- STUDIO TOUR.  A detta di alcuni vale da solo il prezzo del biglietto, preparatevi ad una lunga coda di attesa (ma comunque all'ombra e con gli attori che vi faranno compagnia) e salite sul trenino che vi condurrà quasi fuori dal parco, ai piedi della collina, all'interno di veri e propri set cinematografici. Percorrendo strade viste molte volte nei film vi ritrovere all'interno dell'ambientazione di Ritorno al Futuro, passando per la piazza di Una mamma per amica, e l'elegante quartiere di Wisteria Lane di Desperate Housewives. Arrivati a un laghetto attenzione alle braccia, lo squalo è in agguato! C'è poi la cittadina distrutta de La guerra dei Mondi con tanto di aereoplano sfasciato e il motel di Psycho. La parte più divertente del tour è però quando si viene catapultati in una vera scena da film, con tanto di esplosioni, inondazioni in metropolitana e una lotta all'ultimo sangue tra King Kong e un dinosauro. 


 Come ogni parco che si rispetti l'offerta gastronomica è ampia e variegata, dalle pizzerie al tex-mex, dal baracchino degli hot-dog alla steak house ce n'è davvero per tutti i gusti, ad un prezzo tutto sommato ragionevole.
Portatevi eventualmente uno zainetto con la scorta di acqua e un cambio abiti da usare dopo le attrazioni in cui ci si bagna.
Che consiglio posso darvi? Nessuno, liberate la mente e immergetevi a 360° in questa pazza avventura! Buon divertimento!



















giovedì 5 maggio 2016

LA SERENITA' SOSPESA TRA ACQUA E ROCCIA: L'EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO.

E' uno dei pochi luoghi che riesce a infondermi serenità tutte le volte che ci vado. Sarà l'aurea mistica che lo circonda, sarà il paesaggio mozzafiato che lo circonda, sarà che è poco conosciuto dal turismo di massa ma l'Eremo di Santa Caterina si presenta come uno scrigno d'oro che spunta dai massi prominenti della montagna retrostante.
Il suo fondatore fu un ricco mercante, tale Alberto Besozzi, che approdò qui a causa di un nubifragio nel 1170; dopo 35 anni da eremita, egli divenne un punto di riferimento spirituale per coloro che fuggivano dalla pestilenza.
Gli eremiti che lo succedettero si impegnarono nella regola di Sant'Agostino ad una vita di privazioni e preghiera, e costruirono una cappella dedicata a Santa Caterina d'Egitto e le chiese di San Nicola e Santa Maria Nova (periodo XII°- XIV° secolo).
I frati Domenicani prima e Carmelitani vissero per secoli nel convento e si occuparono del mantenimento dell'Eremo.
Il nome completo "Santa Caterina del Sasso Ballaro" è dovuto probabilmente alla leggenda-miracolo dei giganteschi massi che si staccarono dalla montagna ma rimasero bloccati dalla volta della cappella senza causare danni o vittime.
L'eremo è stato completamente ristrutturato dalla provincia di Varese ed è interamente visitabile (e gratuito!) scendendo i 240 gradini che separano il parcheggio dal lago, oppure un comodo ascensore scavato all'interno della montagna vi porterà in men che non si dica al convento.
Il porticato rinascimentale che conduce alla Chiesa offre un panorama mozzafiato sul lago e gli amanti della pittura troveranno interessanti i dipinti del '400 del figlio di Bernardino Luini.
Di particolare interesse ci sono inoltre il torchio in legno, l'organo della chiesa e le spoglie del fondatore.

Il piccolo Emporio all'ingresso vende prodotti di erboristeria locale, ceramiche, alimenti biologici del luogo e articoli religiosi.






LE FOTO SONO STATE PRESE DAL SITO UFFICIALE http://www.santacaterinadelsasso.com/galleria-fotografica

mercoledì 4 maggio 2016

TAPAS E NON SOLO : IL GUSTO VALENCIANO

Se c'è una cosa che non vi succederà a Valencia sarà avere fame. 
La bella città spagnola offre un panorama gastronomico eccellente nel quale i piatti della tradizione e le idee culinarie innovative si fondono in un'esplosione di gusti e sapori e i mercati -si sa- ne sono l'esempio.
Il Mercado Central è un imponente edificio modernista e i suoi colori non sono dovuti solo ai mosaici ma anche ai generi alimentari esposti sui banchi che vengono abbondantemente imbanditi ogni mattina di pesce fresco e verdure. La razionale distribuzione dello spazio interno fa sì che i banchi siano disposti su corsie rettilinee che dividono gli espositori in base alla merce venduta. Che dobbiate cimentarvi nella preparazione della paella o vogliate semplicemente concedervi uno spuntino d metà mattina, questo mercato vi offre tutto quello che la terra Valenciana può offrire: sfilate di Jamon Iberico e dolci tradizionali vi faranno venire l'acquolina in bocca. Qui è possibile anche fare acquisti per il cosiddetto pranzo al sacco, visto che si trovano panini imbottiti a partire da € 1!
All'interno non mancano i chioschi per pranzare, come ad esempio la Pulperia, una pescheria che prepara i piatti al momento. 
Anche all'esterno del mercato aprono in tarda mattinata bancherelle di street food e tapas; noi ad esempio abbiamo pranzato al Supergourmet, un baracchino con tavolini all'aperto e cucina a vista. Abbiamo gustato una paella, 2 crocchette di formaggio, un piatto di calamari fritti (e un mega panino con le seppie da portare via),il tutto condito da rinfrescante sangria per il modico prezzo di € 25 in due.
In giro per la città spuntano come funghi bar e locali con tavolini all'aperto dove si può consumare dalla colazione al dopocena; certo, molti posti sono trappole per turisti e si fanno pagare cari ma uscendo dalle zone più frequentate troverete una vastissima offerta.

DOVE MANGIARE 
Le Tasche sono minuscole "bettole" dove spesso ci sono solo un bancone e due o tre sgabelli; il menu è scritto sulla lavagna e consiste in tapas, ovvero piccole porzioni di piatti tipici, da accompagnare con un buon vino o una rinfrescante cerveza.  Noi abbiamo passato un paio di ore a oziare alla Tasquita La Estrecha, non lontano da Placa de la Reina, stuzzicando Patatas bravas con salsa all'aglio e paprika, bruschettina con filetto di sardine affumicate e olive ripiene.
Si differenziano dalle "Taberne" che sono sempre locali informali ma hanno più posti a sedere, servizio al tavolo e un menu più ampio. Oltre ai piatti della tradizione spagnola è possibile assaggiare i pinxos, ovvero delle tartine fatte a mo' di stuzzichino che potete servirvi da soli al bancone.
Le taperie sono i locali dove vengono servite le tapas, ovvero delle piccole porzioni di cibo: è usanza ordinare più tapas e condividerle con i commensali.
Esistono poi le Arrocerie, ristoranti specializzati nella preparazione del riso, ovvero la Paella nelle sue diverse forme. Io vi consiglio l'Arroceria La
Valenciana, situata nella tranquilla calle Juristal dove abbiamo gustato un ottima e abbondante paella: la qualità era ottima, il servizio eccellente e in più ci hanno offerto aperitivo e liquore...cosa chiedere di più?

  COSA MANGIARE

  1. Sembra scontato ma se non mangiate la Paella qui dove la volete provare? Il celeberrimo piatto
    tradizionale prende il nome proprio dalla padella in cui viene cucinato la cui versione originale è fatta con carne di pollo, coniglio, fagioli verdi. Il riso cuoce nel sugo di cottura della carne ed è il pranzo della domenica per eccellenza. Io la preferisco nella versione "mare", ovvero la Paella de Marisco, a base di calamari, cozze e scampi. La tradizione vuole che si mangi con il cucchiaio direttamente dalla padella.
  2. Sempre parlando di riso si possono trovare l’arroz a banda (riso con pesce), il riso nero (al nero di seppia), l’arròs amb fesols i naps, un piatto preparato con riso in brodo, fagioli e rape, e la fideuá (in cui, al posto del riso, viene utilizzata pasta corta).
  3. Le tapas più popolari in Spagna sono le patatas bravas, condite con salsa all'aglio, le sardine fritte, i montaditos, ovvero piccoli panini imbottiti, seppie alla piastra, calamari alla romana, piccoli taglieri di Jamon e formaggi, acciughe marinate all’aceto, crocchette al baccalà, al prosciutto o al formaggio, peperoncini ripieni, pesce sottosale. Ce ne sono ovviamente molte altre, frutto della creatività di chef e ristoratori ma vale la pena provarle tutte, no?
  4. Una preparazione tipicamente valenciana è l’all i pebre, uno stufato a base di patate, paprica, aglio ed anguille, oltre al suquet de peix (zuppa di pesce).
  5.  I tradizionali dolci valenciani, a causa di una notevole influenza musulmana, fanno abbondante uso di mandorle e miele. Tra i dolci più diffusi possiamo citare i rosetones, l’arrop i tallaetes e l’arnadí (preparato con zucca, patata dolce e mandorle), nonché i buñuelos (frittelle), consumati in particolare durante il periodo delle Fallas.

  COSA BERE

Con tutto questo mangiare non si può certo "murare a secco" e serve qualcosa per mandare giù il boccone. Valencia ha a disposizione una vasta offerta di vini bianchi e rossi regionali. Oltre alla celebre sangria, una bevanda a base di vino rosso, frutta e spezie, vale la pena provare la Agua di Valencia, un long drink fatto con spremuta di arance e spumante.
Analcolica -ma non per questo meno apprezzata - è l' Orchata, una bevanda rinfrescante derivata dal latte vegetale di un tubero che cresce nella regione. Per le sue proprietà dissetanti è consumata per lo più in estate, insieme ai fartons, dei dolci morbidi con glassa di zucchero.

















A PASSEGGIO NEI GIARDINI DEL TURIA A VALENCIA

Uno dei luoghi che mi ha più colpito di Valencia è - strano a dirsi - un giardino. Ma non stiamo parlando di un giardino qualsiasi bensì dei famosi Jardines del Turia.

Nel 1986 il fiume Turia venne prosciugato in maniera preventiva per evitare le periodiche alluvioni che colpivano la città; nel suo letto iniziò a essere costruito un parco che oggi vanta una superficie di 110 ettari e si classifica come il giardino urbano più grande di Spagna.
Durante gli anni questo polmone verde venne modificato e abbellito e vennero creati dei "parchi nel parco" a disposizione dei cittadini.
Il giardino infatti è interamente gratuito e ospita strutture sportive e ludiche dando alla città la ragione per essere considerata assolutamente vivibile e a misura di famiglia. Si snoda  nella parte nord della Ciudad Vella per una lunghezza di quasi 10 km ma visitare tutte le sue attrazioni in un solo giorno è praticamente impossibile!

 I giardini offrono una variegata possibilità di svago, dalle piste ciclabili ai prati per prendere il sole, dai sentieri per i runner ai giochi per bambini, dai campi di calcio agli spazi espositivi per giovani artisti, con ampie zone ombreggiate e fontane che rinfrescano dall'afa estiva.
Partendo dalla fermata della metropolitana di Nou d'Octubre si incontra il Bioparc, un luogo che poco ha a che fare con gli zoo tradizionali in quanto gli animali sono liberi di gironzolare nei quattro ecosistemi dedicati  (Madagascar, Foresta Equatoriale, Zone umide, Savana) che riproducono il loro habitat naturale.

Il parque de Cabecera è una tranquilla zona verde, ideale per un pic-nic in famiglia ammirando le anatre e i cigni.

Lungo il percorso si incontra una grande varietà di piante e fiori che ha il suo culmine nel Jardin Botanico, appena dopo la pista di atletica,  il quale ospita una serra tropicale ed è sede di mostre, concerti e laboratori didattici; il costo di ingresso è veramente irrisorio, con solo € 2 ci si concede un paio di ore di relax.

Superati i campi di rugby e baseball si giunge al Puente de Serranos, il cui nome deriva dall'antica torre adiacente, visitabile tutti i giorni della settimana per ammirare un bel panorama della città.

Tra siepi e strade alberate spunta il Puente de la Trinidad, il più antico ponte della città costruito nel 1400. Un'altra infrastruttura importante è  l'emblematico e moderno Puente di Calatrava che permette di scendere ai giardini e segnail confine tra il centro storico della Ciudad Vella e la zona più moderna della città.
Continuando a passeggiare tra piste di skate e aiuole fiorite ci si imbatte nella mega-riproduzione ispirata ai Viaggi di Gulliver, con il gigante sdraiato sul suolo che ospita scivoli, rampe e scale per il divertimento dei più piccoli (e non solo).

Arriviamo finalmente all'ingresso del quartiere denominato Città delle arti e delle Scienze dove incontriamo una bella struttura moderna che ospita il Palau de la Musica, apprezzato dai Valenciani sia per il suo aspetto estetico che per la buona acustica.

L'ultima parte dei Jardins del Turia è occupata dall'imponente e ultramoderno complesso della Ciudad de Las Artes y las Ciencias che si snoda per 350.000mq. L'area fu in realtà aspramente criticata ma le strutture dal carattere emblematico suscitano una certa curiosità nello spettatore e ospitano attrattive di fama mondiale.
L'oceanografico è forse l'attrazione principale in quanto viene considerato l'acquario più esteso d'Europa: oltre a vasche di pesci tropicali e squali, si sviluppa anche all'esterno con aree dedicate a trichechi, pinguini e tartarughe. Gli ambienti sono stati ricostruiti fedelmente ed è emozionante attaversare i sottopassaggi trasparenti: sembra davvero di nuotare nelle cristalline acque caraibiche!
Non potevano certo mancare i delfini che si esibiscono giornalmente con i loro istruttori davanti a un pubblico festoso.

Il museo della scienza è un ampio spazio interattivo dove i visitatori possono toccare con mano i "miracoli" della fisica applicata alla scienza. In un percorso divertente si impara a conoscere il meccanismo delle grandi scoperte e si può assistere a sperimenti e prove pratiche.

La particolare struttura dalla forma ovoidale che ricorda un ernome occhio è l'Hemisferic, una sorta di cinema 3D dove vengono proiettate rappresentazioni astronomiche e spettacoli laser.

L'ultima grandiosa opera architettonica del genio Calatrava è il Palau de les Arts Reina Sofia: l'auditorium, soprannominato dai Valenciani "il casco di Darth Fener" per la sua forma bizzarra, è un importante punto di riferimento per i circuiti teatrali e musicali.








venerdì 8 aprile 2016

UNA DOMENICA MATTINA A VALENCIA - ARTE E CULTURA SENZA SPENDERE UN SOLDO

Se come me vi create delle aspettative sulle città ma poi capita a volte di rimanerne delusi visitate Valencia senza informarvi troppo sulle cose da fare e vedrete che vi stupirà!
Il Capoluogo della Comunitat Valenciana è infatti una chicca in bilico tra il suo importante passato storico e un'architettura modernista, una città relativamente piccola e facile da girare a piedi dove lo slow food e il buon vivere fanno da padroni.
Grazie ai collegamenti aerei low-cost si raggiunge in meno di due ore dall'Italia e una comodissima linea metropolitana (la 3 e la 5- ticket solo andata € 4,40) vi porterà in men che non si dica in centro città. Potete già acquistare le tessere per 24, 48 o 72 ore valide su metropolitana, tram e autobus ma a mio avviso le opzioni migliori per girare sono due: la bicicletta (trovate molti punti noleggio ma attenzione agli orari in quanto non aprono prima delle 10.00/11.00 e spesso la domenica sono chiusi) e i vostri fedeli piedini armati di scarpe comode.
E allora partiamo, vi porto a Valencia in una soleggiata e frizzante domenica primaverile....

Lo so, è domenica mattina e ieri avete fatto tardi in qualche bel localino in zona Plaza del Ayutamiento ma fate uno sforzo e guardate che splendida giornata vi aspetta. Fate una doccia veloce e lasciate il vostro alloggio (io ho scelto Happy Apartments tramite Booking.com e lo consiglio per la vicinanza al centro, l'ottimo rapporto qualità-prezzo e la pulizia) e immergetevi nelle stradine deserte senza fretta. Sono solo le 9.00 e in giro non c'è ancora nessuno, a parte qualche gattino raggomitolato su se stesso che si gode i primi raggi di sole. Ora avete tutto il tempo necessario per fotografare i balconi fioriti, i vicoli stretti e tortuosi, i portoni in ferro battuto e i murales che di tanto in tanto spuntano accanto ad eleganti palazzi signorili. Passando per botteghe vintage e "tasche" (minuscole taverne senza fronzoli dove bere un buon bicchiere di vino spiluccando gustose tapas) con le serrande abbassate arrivate alla Torre di Serranos e...sorpresa! Quello che visiterete oggi è tutto gratuito per  concludere in bellezza il nostro  weekend all'insegna del low-cost.

La torres di Serranos fu costruita tra il 1392 e il 1398 con lo scopo di controllare gli accessi al regno, una volta circondato da mura. Oggi, l'imponente struttura è ancora ben conservata e offre una bellissima visuale sulla città. Una volta scesa la scalinata medievale fermatevi in un bar nella piazzetta adiacente per un buon café con leche (o una cioccolata con churros se avete bisogno di molta energia!) prima di continuare a passeggiare per le tortuose stradine che vi porteranno  al Centro
Arqueologico de la Almoina, luogo dove i Romani fondarono la città nel I° secolo a.C..
Sempre in zona, e se riuscite a trovarli visto che a fatica le cartine riescono a riprodurre l'esatta topografia della città e non ci sono cartelli che li indicano, ci sono i Banos del Amirante, caratterizzati da un bel portone in stile arabo: si tratta di bagni pubblici del 1300 fatti costruire su immagine degli hammam arabi e dispongono quindi di tre stanze, il frigidarium, il calidarium e il tepidarium.

Un'altra bella sorpresa gratuita nei giorni festivi è il Museo de la Ciudad, un edificio signorile che ospita capolavori pittorici di maestri locali.

La bella Plaza de la Virgen sorge sull'antico foro romano dove al centro vi è collocata una fontana con le figure rappresentanti il fiume Turia e i canali di irrigazione.
 Da un lato è chiusa dalla Real Basilica de Nuestra Senora de los Desamparados , che ospita la statua della patrona della città, e dall'imponente Cattedrale che nei secoli ha subito gli influssi delle varie
dominazioni. Quello che vedete qui è l'ingresso secondario, molto meno affollato del principale  sito in Plaza de la Reina. Ricordate che la domenica potete assistere alla funzione religiosa e intanto sbirciare i capolavori di arte sacra e la particolare architettura, mentre nei giorni feriali l'ingresso costa € 5!
La città ormai è in piena attività domenicale e potete continuare la vostra passeggiate sorseggiando un'orchata, una bevanda apprezzatissima dai Valenciani a base di acqua, zucchero e il latte vegetale di un tubercolo della zona da bere fredda o sottoforma di granita che può essere usata anche per immergervi i Fartons, dolci soffici con glassa di zucchero per una colazione iper calorica!

Un altro edificio degno di nota è il Palacio del Marques de dos Aguas, sicuramente uno dei più caratteristici ed estrosi palazzi signorili della città.

La domenica il centro di Valencia assume una vitalità tale che l'atmosfera di festa è percepile in ogni angolo: donne in colorati abiti tipici, bambini in bicicletta, i tavolini dei bar sempre pieni, insomma sembra proprio che la domenica tutti si riposino!
Noi abbiamo anche assistito a un gruppo di danza improvvisato che  ha coinvolto i visitatori in balli rock anni'50.
Nelle vicinanze non dovete assolutamente perdervi la Lonja della Seda: superato il vivace mercatino dell'antiquariato troverete un
imponente edificio simbolo del gotico valenciano e non a caso dichiarato Patrimonio dell' Unesco. Dal bel giardino ombroso con piante di agrumi si accede alla Sala de Contratacion dove 24 colonne elicoidali  e lampade in ferro battuto creano un atmosfera quasi surreale.

Il Mercado Central è chiuso la domenica ma vale di certo una visita nei giorni infrasettimanali per
una pausa golosa all'insegna del cibo tipico valenciano. Su una superficie di 8.160mq prendono piede banchi di pesce fresco, carne, verdure e molti altri prodotti della terra. Degna di nota è l'architettura modernista in ferro e vetro-ceramica.


L'ultima tappa della mattina prima di concedersi un pranzetto sfizioso è la Torres de Quart: per accedervi dovrete attraversare la zona meno frequentata - ma non meno caratteristica- della Ciudad Vella. La torre fu costruita nel '400 sul modello del Maschio Angiono di Napoli e fungeva da ingresso in città e prigione. Ora, dall'alto delle sue torri, si gode di un bel panorama sui palazzi e sui giardini.



LE TRISTI CROCI BIANCHE DI OMAHA BEACH

Osservo questa distesa infinita di croci bianche senza parlare. Sono migliaia, allineate in una perfezione quasi maniacale e sembrano perdersi nel verde brillante dei prati all'inglese senza un filo d'erba fuori posto. Tutto tace, le placide acque del canale della manica lambiscono le spiagge sabbiose senza troppe onde. In riva, famiglie felici si godono uno splendido sole novembrino. 
Non me l'aspettavo...voglio dire, tutta questa quiete, questo senso di pace su un terreno che fu tetro protagonista di una pagina di storia importante. Passeggio tra una parte delle 9387 croci e vedo molti reduci che omaggiano i loro compagni caduti in quella terribile data, D-day l'hanno chiamato, ed era l'alba del 6 giugno 1944 quando 7000 unità e decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi sbarcarono sulle coste normanne per iniziare la liberazione dell’Europa dalla Germania nazista. 
E' come se gli scenari di morte dei filmati originali dell'epoca visti in questi giorni nei vari musei della Normandia non fossero gli stessi che sto ripercorrendo ora, eppure se chiudo gli occhi posso quasi immaginare una distesa di giovani accasciati e insaguinati, esplosioni, colpi di arma da fuoco, urla, terrore...gli americani che cercano di risalire dalla spiaggia arrampicandosi tra i rovi in una tempesta di acciaio e fuoco, alcuni compagni non raggiungono neanche la spiaggia e vengono trivellati da mitragliatrici e mortai. Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno: ci sono ancora resti di torrette tedesche anche se nei giorni successivi allo sbarco cercarono di distruggere qualsiasi opzione di nascondiglio nemico. 
Il sole sta per tramontare e noi ci dobbiamo rimettere in marcia. Dò un ultimo sguardo a questa spiaggia meravigliosa e tutto apparentemente tace, ma posso ancora sentire le urla dei fantasmi che vagheranno per sempre in questi tristi luoghi.


 COSA VEDERE:

Le spiagge dello sbarco si estendono per decine e decine di chilometri a nord della Francia e sono Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword; tutta la zona è ancora molto ricca di testimonianze e solo girando in auto per le campagne si possono vedere bunker, resti di carri armato e batterie. Abbiamo visitato la regione prima di attraversare Bretagna e Loira. Non avendo molto tempo a disposizione abbiamo optato per Longues-sur-mer, dove è ancora intata e visitabile la batteria tedesca; il Musee de debarquement di Arromanches, un'interessantissima esposizione di plastici e audiovisivi, costruita proprio davanti al porto artificiale degli alleati; il grande museo di Caen che ripercorre in maniera talvolta anche cruda gli avvenimenti più significativi della guerra; il cimitero di Colleville-sur-Mer, che custodisce le spoglie dei soldati americani caduti nella battaglia di Normandia e sorge su una scogliera sovrastante Omaha Beach; il promotorio di Pointe du Hoc a picco sul mare, fu scelto dai Tedeschi per edificare una potente batteria d’artiglieria capace di spazzare un largo settore della costa, tra Utah Beach ad ovest, Omaha Beach ad est.


LA TOSCANA SECONDO ME-work in progress

AMSTERDAM: TUTTO FUMO?- work in progress

UN BACIO A FIRENZE- work in progress

BARCELLONA: C'E' SEMPRE UNA SECONDA VOLTA- work in progress

ASSAGGI DI ANDALUSIA- work in progress

martedì 9 febbraio 2016

KARIBU ZANZIBAR

Parto da una Milano fredda e piovosa e dopo 8 ore di volo atterro finalmente a Zanzibar. Mi accolgono un caldo umido e una coda lunghissima per il controllo passaporti in una sala che tutto sembra tranne che quella di un aereoporto. Il tragitto verso il villaggio mi colpisce molto: le case sono costruite con fango e paglia e quelle più "lussuose" sono fatiscenti. Tantissime persone camminano al bordo di quella che sembra una strada dritta e infinita e i bambini ci guardano affascinati e ci salutano con le manine. E' il mio primo viaggio in Africa, anzi in realtà il mio primo viaggio fuori dall'Europa e per questo ho deciso di prenotare un pacchetto turistico con un'agenzia online.
Il villaggio è il "Palumbo Resort"di Uroa, una struttura modesta e informale, ma curata e pulita direttamente sulla spiaggia soggetta al fenomeno delle maree che danno molto fascino alla zona: l'acqua infatti si ritira per decine e decine di metri e la spiaggia sembra non finire più.
Vengo subito fermata dai Beach Boys, i ragazzi del posto che mi portano nei loro negozietti  di fianco al villaggio dove vendono oggetti di artigianato, quadri, bracciali e infradito.
 Parlano tutti insieme in un italiano quasi perfetto rubandosi la scena a vicenda ma io, ancora stordita dalla notte in volo  insonne, saluto tutti promettendo di tornare l'indomani.
Il venerdì mi sveglio di buon'ora e vado subito a salutare i miei nuovi amici BB che... si sono moltiplicati!
 Sulla spiaggia assisto a scene di vita quotidiana: le donne raccolgono le alghe, i bimbi giocano, i Masai fanno la guardia al villaggio, i ragazzi del posto  che cercano le "mozzarelle" appena arrivate per fare affari.
 Nel pomeriggio faccio la mia prima escursione con Leonardo Da Vinci e Gianduiotto, due BB simpaticissimi e superorganizzati che ci portano fino alla spiaggia di Nungwi dove pare ci sia un tramonto mozzafiato ma che non riusciamo a vedere perché proprio all'imbrunire il cielo si annuvola.
 Poco importa, con gli altri ragazzi del villaggio gustiamo un ananas e del cocco eccezionali.
 La sera conosciamo i Masai del villaggio con i quali passerò ogni minuto libero della vacanza: sono persone straordinarie, curiose e molto divertenti, parlano un italiano quasi perfetto e fanno molte domande sugli argomenti più svariati.
 Il sabato sveglia presto perché ci aspetta una gita in barca fino all'"isola che non c'è", un lembo di sabbia che emerge solo con la bassa marea ed lambito da acque dai colori incredibili.
 Al nostro arrivo non c'è ancora nessuno e sembra davvero di essere soli in mezzo all'oceano;mentre i BB piantano la nostra tenda e preparano la colazione a base di frutta noi del gruppo prendiamo la barca e ci dirigiamo alla Laguna Blu circondata da mangrovie. Facciamo di nuovo un salto all'isola deserta per gustare dell'ottima frutta tropicale e per fare un po' di snorkeling e poi via verso l'Isola di Kwale dominata da un baobab gigante, dove le nostre guide ci hanno preparato un pranzetto succulento a base di aragoste e cicale di mare...
 Facciamo ritorno con la vela issata favoriti da un caldo vento africano e quando i ragazzi intonano la famosa canzone Jambo- il loro benvenuto ai turisti- tutto il gruppo si fa prendere dal ritmo e iniziamo a ballare in piedi, noncuranti dell'instabilità del mezzo!
 Passiamo la domenica a crogiolarci al sole e a chiacchierare con i nostri nuovi amici zanzibarini che ci invitano nei loro negozi a dare un'occhiata.
  Trascorriamo la serata al Kambacocho, un locale carinissimo sulla spiaggia dove balliamo con i nostri amici Masai musica dance anni '70.
  Lunedì lasciamo prestissimo il villaggio per una nuova escursione chiamata Blue Safari. Dopo circa un'ora di tragitto arriviamo ad una spiaggia dove saliamo su una piccola barca in legno e prendiamo il largo. Non passa molto tempo che avvistiamo una, due,tre pinne saltellanti di allegri delfini e subito ci tuffiamo in acqua per cercare di nuotare con loro, ma sembra che si divertano a fuggire da noi e stare al loro "passo" è davvero difficile fino al punto che cedo e mi ritrovo a galleggiare da sola in mezzo all'oceano Indiano con la barca a centinaia di metri di distanza! Con la fotocamera subacquea riesco comunque a immortalare una famiglia di delfini che protegge un cucciolo, sono stremata ma felicissima.
Nel pomeriggio visitiamo la foresta di Kiminkazi presidiata dalle scimmie: facciamo tante foto, le scimmiette sono tranquille e ci guardano con occhi curiosi ma attenzione agli oggetti personali perché si dilettano con piccoli furti!
 La sera non possiamo perderci un'altra divertente festa in spiaggia a base di musica, cocktail e piedi nella sabbia.
Il giorno seguente la nostra ormai fidata guida Leonardo ci accompagna a Stone Town, capitale dell'Isola influenzata artisticamente da molteplici culture, quali moresca, persiana, indiana, europea, araba. La città dà un senso di decadenza dovuto alla friabilità della pietra locale con cui sono costruiti gli edifici tuttavia la sua origine multietnica la rende interessante e particolare. Gli antichi palazzi hanno delle grandi terrazze sul mare dalle quali si gode di un tramonto incantevole in un'atmosfera tipicamente coloniale.
Per l'escursione del giorno dopo scelgo la visita alla piantagione di spezie che trovo davvero interessante: l'addetto ai tour ci accompagna in un percorso di circa due ore che si snoda tra alberi del pepe, piante di cannella, zafferano, curcuma, vaniglia e moltissime altre dandoci informazioni utili sul loro utilizzo.
 Decido di passare l'ultimo giorno in spiaggia con i BB e i Masai che mi accompagnano a visitare la vicina scuola di Uroa, dove dolcissimi bambini in divisa si divertono a farmi un sacco di domande. Distribuisco al preside il materiale scolastico che avevo portato dall'Italia e mi trattengo a chiaccherare con lui.
Nel pomeriggio mi affido alle mani esperte di cinque Mamas zanzibarine che in ben 5 ore mi regalano una testa tutta nuova fatta di lunghissime treccine (mentre una scimmietta mi schiaffeggia...)
 Finisco di fare acquisti per parenti e amici nei loro negozietti e saluto i ragazzi e i Masai con la promessa di tornare molto presto a trovarli. Sulla strada verso l'aereoporto decine di bambini e adulti ci sorridono e ci salutano. Asante sana Zanzibar (che in swahili significa "grazie"), per i tuoi paesaggi, la gente meravigliosa e le stupende emozioni che ci hai regalato.